Da biologo a pizzaiolo a Londra: l’avventura di Antonio

Oggi raccontiamo la storia di Antonio, un biologo che dopo anni di studi a Roma ha deciso di provare un percorso diverso: cercare lavoro all’estero, a Londra, luogo dove per alcuni mesi ha cercato di imparare l’inglese per poi mettere nel suo curriculum un’esperienza… differente. 
Volete sapere quale?
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Ciao Antonio! Parlaci brevemente di te…
Sono Antonio ho 30 anni e vivo a Roma da più di 10. Ho da poco terminato un dottorato in biologia (non è il solo expat scienziato tra i nostri amici) e anche se attualmente risulto disoccupato, “lavoro” a tempo pieno all’interno di una università romana.

Che ci dici della tua carriera universitaria? Ci sono relazioni tra il tuo percorso e la ricerca all’estero?
Sono spesso fuori dall’Italia per convegni o per lavorare su progetti di ricerca di stampo internazionale. Ma la mia vera esperienza fuori dall’Italia l’ho vissuta a 25 anni: come tanti miei colleghi “vittime” delle riforme universitarie ho sul groppone i miei due anni fuori corso “maturati” nel corso della laurea triennale, 39 esami in 36 mesi (sic!). 
In tal proposito devo sottolineare una cosa: 36 mesi – i primi 3 – 6 mesi di vacanze (estive e invernali) = 27 mesi utili e quindi 1.45 esami al mese (parentesi chiusa); lo so, lo so che c’entra poco con l’intervista ma quello che mi chiedo da anni è: come diamine è possibile organizzare un corso di laurea con 39 esami in 3 anni?

Sono state le perplessità universitarie a farti scegliere un’altra via? Quando, nello specifico, hai preso la decisione di trascorrere del tempo fuori dall’Italia?
Subito dopo i brevissimi festeggiamenti per la laurea magistrale cominciò il protocollo classico di ricerca del lavoro. Inviai il mio curriculum a destra e a manca senza alcun risultato… Quindi la mia decisione fu di provare un’esperienza all’estero. Devo essere sincero prima di partire avevo tante aspettative, troppe! Cercare un lavoretto, migliorare il mio inglese per poi provare ad esercitare la professione di biologo in Inghilterra. Partii con un gruzzoletto di 1000 euro, grazie essenzialmente a borse di collaborazione (addirittura 5!) e al premio di laurea. Appena arrivato a Londra l’impatto fu tremendo! Affitti alle stelle e case come stalle! Molto casualmente mi trovai a vivere in subaffitto da una signora boliviana nella periferia londinese.

E poi, qual è stato lo step successivo?
Una volta sistemata la questione alloggio, cominciò la ricerca del lavoro a Londra… Distribuivo quotidianamente il mio curriculum da superdottoreconlode in qualsiasi negozio, pub. ristorante, fioraio ecc…. e così in men che non si dica il curriculum si trasformò in diversi curricula: uno per ogni occasione! Per farvi un esempio: ristorazione? Diploma all’alberghiero ed esperienza estiva in diversi ristoranti della mia città natale.

Girare con tanti diversi curriculum per trovare lavoro a Londra: una strategia fruttuosa?
In questo modo trovai lavoro in un ristorante italiano vicino Battersea Park come lavapiatti. Vi dirò, la paga era buona e l’ambiente non era male. In breve tempo fui promosso ad aiuto cuoco (è un piccolo ristorante a conduzione familiare) e infine come secondo pizzaiolo.

Insomma hai fatto carriera in poco tempo! Ci racconti qualche aneddoto simpatico di quella esperienza? Ce ne sono?
Dopo un paio di mesi convinsi il gestore del ristorante a cambiare il nome sul menù da polipo a polpo. Una piccola rivincita del biologo Antonio costretto a fare il lavapiatti a Londra! Quindi da quella mia insolita richiesta, la simpatica coppia di gestori capresi mi interpellava circa qualsiasi dubbio possibile essendo io, ovviamente, “o Dottore”. Imparai con meraviglia il bellissimo significato del vocabolo cazzimma e di tanti altri termini napoletani.
p.s. Chef e camerieri erano di Napoli e l’unica musica consentita in cucina era ovviamente Gigi D’Alessio, dovevate saperlo!

Sono comunque dei successi, no? Come mai hai deciso, nonostante questa crescita professionale, di lasciare Londra per tornare in Italia?
Il mio inglese arrancava sempre più non avendo tempo per esercitarlo nonostante caparbiamente frequentassi una scuola di Inglese economica. Dopo 5 mesi è poi uscito un bando per una borsa di dottorato a Roma: lì decisi quindi di interrompere la mia esperienza londinese per “tentare” di proseguire gli studi in Italia.

Seguire la strada maestra, quindi! Pentito delle tue scelte? Le rifaresti?
Beh, tornassi indietro rifarei esattamente la stessa cosa, anzi vi dirò di più: potrei rifare esattamente la stessa scelta, ripresentandomi allo stesso ristorante a 6 mesi dal mio ultimo stipendio!  trasute sicc’ e te sì mis‘ é chiatt (sei entrato di fianco e ti sei subito allargato).

Ringraziamo Antonio che ci ha raccontato un po’ la sua esperienza di come sia riuscito, in pochi mesi, a passare dall’essere uno studente universitario a lavorare in una pizzeria a Londra. Nel farlo, gli auguriamo i migliori successi per la sua carriera scientifica!